La locazione si rinnova: dal social housing allo smart housing

Dal social allo smart housing: potrebbe essere riassunta con questo slogan la riflessione in corso, in queste settimane, alla Cassa Depositi e Prestiti, sempre più attenta e presente sul tema non solo all’abitare, inteso come diritto, ma come vero e proprio servizio su larga scala e, soprattutto, rivolto a diverse fasce di utenza. Nelle settimane in cui il Fia (Fondo Investimenti per l’Abitare), creato il 16 ottobre 2009 per sostenere gli investimenti nel settore dell’edilizia privata sociale — scrive Il Sole 24 Ore — sta per arrivare al traguardo delle allocazioni (oltre 2 miliardi le risorse messe in campo in operazioni che saranno gestite nell’arco dei prossimi 35 anni), la nuova frontiera è quella di scommettere sulla creazione di più immobili per la locazione. A confermare l’idea di lanciare un fondo dedicato allo smart housing è stato, durante i lavori di Urbanpromo social housing (evento che si è svolto a Torino giovedì 6 e venerdì 7 ottobre), lo stesso direttore di Cdp investimenti Sgr Marco Sangiorgio: uno strumento, la cui presentazione ufficiale sarebbe imminente, destinato come il Fia a investitori istituzionali, ma con la finalità di realizzare o acquisire immobili da cedere in locazione non convenzionata e anche per brevi periodi. Che il mercato, così come già avviene da tempo all’estero, non stia più guardando alla casa in proprietà come bene primario — continua Il Sole 24 Ore — è una tendenza che emerge forte dai dati di osservazione della realtà. Il possesso di uno o più immobili è ancora lo standard per molte famiglie italiane ma, come ha confermato un’indagine presentata proprio a Urbanpromo da Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, l’aumento della mobilità sociale coniugato a un minore potere di acquisto da parte della fascia media dei nuclei familiari porterà a una sensibile crescita della richiesta di alloggi in locazione. Al tempo stesso, però, il mercato ha innalzato l’asticella della domanda e vuole case di qualità, dotate di tutti i servizi (anche quando servono solo per brevi periodi di vita) e improntate alle logiche della sharing economy, ad esempio, nella condivisione degli spazi.

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